venerdì 30 gennaio 2015

Reinseriamo la fiducia!!!


Inizia l'intervento di inserimento del Torymus!

Sto parlando della lotta al Cinipide del Castagno, la piccola vespa che da più di 15 anni è arrivata in Italia e che, partendo dalle regioni del Nord-Ovest, nell'insediarsi ha praticamente azzerato la produzione di castagne e quindi di farina in tutto il territorio nazionale.


Il termine giusto è proprio questo: lotta. Lotta biologica.

Si chiama così la tecnica che sfrutta i rapporti di antagonismo fra gli organismi viventi per contenere le popolazioni di quelli dannosi.

Preferisco però rovesciare il concetto e parlare di inserimento del torymus, l'insetto antagonista naturale del cinipide. Lotta lo trovo un termine negativo e pure inappropriato in quanto questo piccolo insetto da combattere non è arrivato da solo ma ce lo siamo importati “a bordo” di varietà di castagni cinesi trasportate fin qui per creare nuovi innesti di supercastagni.


Ma soprattutto, senza dubbio non è lui il responsabile della situazione difficile dei castagneti.


Il vero responsabile è l'abbandono, del quale si possono individuare molteplici origini ma che va realisticamente interpretato come un dato di fatto.


Che fare quindi? Ci lamentiamo? Assolutamente no!

Facciamo tutto ciò che possiamo per aiutare l'albero del pane, che può e deve continuare a rappresentare e raccontare la storia del popolo lunigianese. Questo è quello che fa la Marocca di Casola ogni volta che si presenta nei menù dei ristoranti di tutta Italia, così come nelle incantevoli piazze o negli antichi borghi che ospitano eventi e manifestazioni fieristiche.

Fin dal principio della mia avventura con la Marocca, quando percorrevo in lungo e in largo la Lunigiana e la Garfagnana per ritrovarmi nei paesini più sperduti alla ricerca della farina prodotta dagli anziani castanicoltori, proprio lì, al margine del bosco, ci si interrogava su quale futuro lo attendesse e col passare del tempo devo dire che le previsioni che sentivo fare si sono sempre più avverate: un lento ma costante abbandono, che nonostante l'abbondanza di allora ha fatto sì che le castagne restassero a terra tra le foglie anziché venire colte, essiccate, macinate e trasformate in farina.


Negli ultimi anni poi, l'arrivo del cinipide ha inferto un colpo durissimo aggredendo il frutto sulla pianta fino ad azzerarne quasi del tutto la produzione e, con essa, la fiducia e l'energia di coloro che hanno trascorso la propria vita in simbiosi con la campagna.

Sapevo che i tanti contadini castanicoltori e mugnai che incontravo avevano ragione.

Ma, sarà stata la giovane età con tutti i suoi benefici, avevo la speranza che tutto ciò che era stato non finisse e la consapevolezza che, per non farlo finire, sarebbe arrivato un giorno il momento in cui si sarebbe dovuto intervenire con decisione per fermare questo processo.

Da allora sono passati dieci anni ed il momento è arrivato.


Nel pomeriggio di oggi, 27 gennaio 2015, i castagneti di Regnano hanno ricevuto l'importante visita di sopraluogo dei tecnici dell'Unione dei Comuni della Lunigiana per individuare la zona più adatta dove inserire il mitico torymus.


Inserimento che verrà supportato con ulteriori lanci effettuati a proprie spese da parte della popolazione regnanina, tramite i vivai che da qualche anno per fortuna sono stati sviluppati.

È sicuramente solo il primo degli interventi necessari nel percorso di recupero dei castagneti, che sarà impegnativo e si realizzerà nel tempo ma, fin da ora, l'inserimento del torymus deve tradursi in un “inserimento di fiducia” per tutti coloro che amano e vivono questa terra.




 
eccomi con il dott. Alessandro Barbagli, 
Responsabile del Servizio Forestazione dell'Unione dei Comuni della Lunigiana.

giovedì 29 maggio 2014

IL PREZZO DELLA DISORGANIZZAZIONE


E' successo qualche mese fa...

Ometto di citare il nome e luogo della fiera dove tutto questo è accaduto in quanto nonostante si tratti di un evento di buon livello, al quale io e la Marocca già negli anni scorsi avevamo partecipato con successo, mi viene una gran voglia irrazionale di parlarne male, anche se, tutto sommato si è rivelata per me un'esperienza senza dubbio molto educativa.

Un' esperienza che ho acquisito ad un certo prezzo...

Rispetto ai tanti appuntamenti che vedono me e la Marocca percorrere centinaia di chilometri, questa volta siamo rimasti nel territorio regionale.

E devo ammettere che proprio per questo motivo nel corso della settimana, in vista del week end, mi sono un po' rilassato. Un po' troppo...

Del resto conoscevo la tipologia dell'evento, l'afflusso di pubblico previsto, il contesto in cui mi sarei trovato. Insomma, con un po' troppa leggerezza ho lasciato che il fine settimana si avvicinasse, senza preoccuparmi di alzare il telefono per chiedere qualche informazione in più, limitandomi a confermare la partecipazione e l'orario di arrivo previsto, intorno alle ore 15 del sabato pomeriggio.

Arriva la mattina del sabato e, fresco e riposato, comincio a caricare il mitico belva 3, il pulmino che porta in giro la Marocca di Casola. Mi aspetto due giorni fatti di piacevolissime chiacchiere con tante persone, il solito grande successo della Marocca, che viene sempre apprezzata dal pubblico di tutte le età ed un riscontro economico giusto, col quale fare rientro al Forno in Canoara la domenica sera.

Pronto per partire, saluto la mia famiglia, il mio cane Ringo, che resta di guardia al Forno e via...

Un'oretta di viaggio ed eccomi arrivato nel cuore della Toscana, pronto per iniziare il mio lavoro con il solito sorriso e quella energia elettrizzante che mi prende ogni volta che sto per mettere in discussione la mia scommessa imprenditoriale.

Come sempre, ora tutto dipende dalla qualità della marocca e dalla mia voglia di vendere fino all'ultima pagnotta.

Tutto come al solito quindi , anche se ancora non avevo fatto i conti con la sufficienza con cui avevo organizzato la mia partecipazione alla manifestazione e che presto avrebbe mostrato i suoi effetti.

Parcheggio temporaneamente il pulmino sulla strada, di fronte alle transenne che bloccano l'accesso ai mezzi e mi reco laddove si trovano i gazebi per prendere rapidamente posto, ma scambiando due parole con gli altri espositori mi rendo conto che non sapevano un granchè del mio arrivo e neppure dove si trovasse lo stand della Marocca. Immediatamente telefono all'organizzazione ma non riesco a mettermi in contatto con il referente, sicuramente indaffarato tra mille faccende.

Quindi comincio la sua ricerca avventurandomi per la fiera, che scopro essere cresciuta rispetto agli anni precedenti: ogni piazza ospita stand e padiglioni ricchi delle migliori prelibatezze regionali e non, e passeggiando incontro tanti amici e colleghi produttori con i quali mi intrattengo per un po'. Questi mi manifestano una grande fiducia per l'esito della manifestazione, peccato però per i costi di partecipazione!!!


Quali costi??? dico io.


Ecco che la mia scarsa organzzazione iniziava a dare i suoi frutti amari: non mi ero preoccupato di informarmi se, nel corso di questi anni, qualcosa fosse cambiato rispetto ai miei ricordi ai quali mi ero affidato.

Scopro così che il costo della zona dove ci troviamo io e la Marocca è legato all'occupazione del suolo pubblico, e cioè 30 euro.

Pazienza mi dico, ci sta... il suolo pubblico si paga un po' ovunque e se proprio avessi voluto risparmiare questa somma avrei dovuto preoccuparmene prima e cercare di farmi ospitare.

Individuata la mia postazione, con sorpresa non trovo un tavolino davanti a me. Eppure ricordavo chiaramente che l'ultima volta il tavolo c'era: un tavolo e ben due sedie! Un po' seccato mi reco nuovamente dall'organizzazione e domando chi avesse preso il mio tavolo, ma la risposta che ricevo è che l'associazione dei produttori aveva deliberato che quest'anno ciascuno avrebbe provveduto autonomamente, evitando il costo aggiuntivo di questo servizio comunale,
ma niente paura! C'è sempre la possibilità di noleggiarli!

Comincio a rabbuiarmi un pochettino al chè, chi di dovere giustamente mi dice: ma scusa, non hai letto le e-mail?

Le e-mail... Sì, forse una... Il solito regolamento delle fiere, orari di allestimento, sanzioni per eventuali comportamenti scorretti. Le altre mi devono essere sfuggite...

Prendo il tavolo ed aggiungo alla mia spesa non preventivata altri  5 euro.

Pazienza dico... Colpa mia che non ho letto tutte le e mail.


Bene! A questo punto non resta che allestire il banco, riempire la “paniera” con le Marocche e dirigermi verso il pulmino per portarlo nel parcheggio per gli espositori.

Per fortuna becco il vigile proprio nella strada dove era momentaneamente parcheggiato il belva 3 e, indicandoglielo, gli chiedo dove devo parcheggiarlo.

Lui, girandosi mi dice: “ah... il pulmino a cui ho dovuto fare la multa... ”

In effetti, era un po' che girottolavo per la città ed ora il mio pulmino era rimasto l'unico fermo in sosta sulla strada mentre tutti gli altri nel frattempo si erano già belli e parcheggiati al posto giusto.

Provo, con la faccia tosta e la delicatezza che si conviene in questi casi, a farmi togliere la contravvenzione ma quattordici anni di patente mi hanno insegnato dove esistono margini per intenerire gli ufficiali e questo è uno di quelli irremovibili.

Prendo il mio foglietto rosa posto sotto il tergicristallo e aggiungo  29,50 euro  alla lista dei “Pazienza”


Conduco il pulmino al parcheggio, che non è più quello espositori che è pieno, ma bensì quello a qualche km di distanza, e salgo sul bus navetta che mi riconduce in centro.


Mi rendo conto di essere un po' nervoso: avevo ormai perso minuti preziosi per la vendita e mi sembrava una di quelle circostanze storte al quale fare buon viso ed attendere che qualcosa cambi.

Intanto scende la sera e c'è ancora qualcosa di cui mi devo occupare: dove dormire!


Sapevo che nelle vicinanze si trova un piccolo convento che offre la possibilità di pernottare con poco più di venti euro. Lo raggiungo ma scopro che è al completo perché pieno di studenti.


Che bella cosa mi dico, tanta gioventù in un luogo spirituale.

Non resta che trovare un'altra sistemazione.

Ho spesso fatto sacrifici in tal senso, a volte ho dormito perfino in pulmino per risparmiare qualcosina nei momenti di difficoltà, non mi vergogno a confessarlo.

Ma considerato che insieme a me c'è una meravigliosa ragazza che ha deciso di farmi compagnia non potevo certo optare per questa soluzione.

Con una certa urgenza, viste le tenebre che calano, continuiamo la ricerca e troviamo un hotel poco lontano: completo; il b&b poco fuori, ma al telefono non risponde nessuno.

Resta solo il 4 stelle fighissimo che dà sulla vallata che, per fortuna, ha ancora una stanza.


Un domani, lavorando con criterio e impegno chissà quanti begli hotel del genere potranno ospitarmi nei miei viaggi con la Marocca. Ora tuttavia ancora non posso permettermeli ma, guardando gli occhi di lei, che brillano di fronte a tanta bellezza mi dico:

“e che cavolo Fabio, dai! Per una volta! Guarda com'è contenta!”


E così prendo la camera e saliamo. Durante il tragitto in ascensore non riesco a fare a meno di chiedermi quanto avrei dovuto pagare l'indomani mattina per quel piccolo lusso.

Il mio dubbio si dissipa in pochi attimi, quando cioè, richiudendo dietro di me la porta della bellissima stanza, leggo sul cartello che vi è affisso il costo per una notte.

Stramazzo sul letto che per fortuna era subito alle mie spalle e questa volta non riesco più a dire pazienza:

130 euro!

Comincio a prendermela con la sorte, con le persone, con tutto all'infuori di me anche se so benissimo che la colpa di tutto questo spendere è solo mia.

È stata la mia disorganizzazione a trasformarsi in tutti questi costi in più.


Faccio un rapido conto e mi accorgo che tutti questi costi sbilanciavano pesantemente le mie aspettative di reddito del fine settimana. Il sabato era praticamente trascorso e non restava che sperare nel grande successo domenicale della Marocca per limitare i danni.

E infatti per fortuna è così...

La domenica si rivela un successo di pubblico, successo questo sì, in linea coi miei ricordi: tantissima gente, un pubblico molto attento ai prodotti tipici come è da sempre quello toscano.
Trovo anche un paio di contatti molto interessanti che, come dico sempre, valgono più della fiera stessa in quanto il futuro della Marocca risiede proprio nell'essere presente nei migliori locali di tutta Italia.

E quindi, alla fine, posso solo fare un “mea culpa” per gli errori commessi.

Non sono mai andato molto d'accordo con l'organizzazione e il fatto che molti mi reputino un'artista per quello che la mia immaginazione ha sviluppato in questi anni e che quindi abbia una predilezione per un emisfero cerebrale piuttosto che l'altro non può essere una scusa.

Finché non si diventa adulti la disorganizzazione o la sufficienza si pagano in modo diverso, forse più indolore all'apparenza: voti poco buoni a scuola, l'etichetta di persona sbadata o spensierata ecc.

Ma quando si è adulti, nel mondo del lavoro, la disorganizzazione e la leggerezza si traducono in un prezzo reale in termini di denaro.



L'ho provato spesso sulla mia pelle a mie spese ma questa volta, forse, è l'ultima...


C'è crisi e crisi


Scrivo questo articolo adagiato nella poltrona che fu di mio nonno, davanti al caminetto acceso, mentre nella stanza entra la bellissima luce del pomeriggio regnanino, che nella memoria illumina tante delle giornate della mia vita.

Mia nonna è qui accanto, seduta di fronte alla finestra a fare l'uncinetto approfittando proprio di questa luce, ignara che sto pensando anche a lei, attraverso molti dei suoi racconti sulla vita di una volta.

E scrivo all'indomani di un appuntamento mensile molto carino che vede me e la Marocca impegnati nella città di Genova, in piazza Matteotti, la piazza del palazzo Ducale, nell'evento denominato “Sapori al Ducale, organizzato dalla Compagna dei Sapori, un' associazione che organizza con successo eventi enogastronomici di eccellenza nella bella Liguria e non solo.

Devo dire che il pubblico genovese si è rivelato molto sensibile alla bontà della Marocca ed alla sua storia. Non è un caso infatti che abbia deciso di scrivere questo articolo che già da tempo mi frulla in testa a seguito delle chiacchierate con le tante persone che si sono soffermate con me, che avessero o meno un bel sacchetto con dentro una marocca.

In questi mesi in cui sto sviluppando il mercato anche in Liguria, ho scoperto che l'entroterra di questa bella regione vicina alla mia, è molto simile a quello della mia terra, la Lunigiana, ricco di castagneti e di ricette a base di farina di castagne ed a confermarlo ci sono proprio i racconti dei miei ospiti di una certa età, che sono sempre toccanti e arricchenti.

Questo genere di incontri è frequente nelle fiere che ospitano la Marocca in giro per l'Italia, complice il grande valore culturale e simbolico che ha. E anche qui ho conosciuto storie di persone che hanno affrontato i difficilissimi anni della Seconda Guerra Mondiale, che si sono trovate sfollate sui monti dell'entroterra, dove hanno superato la fame proprio grazie alle castagne.


Periodi di fame quindi, di grande povertà, di paura, di stenti e fatiche.

Un' epoca, quella, senza le comodità di cui possiamo godere oggi ed in cui niente era superfluo, nulla veniva sprecato e si imparava a conoscere, per forza ma per fortuna, l'immenso valore delle piccole grandi cose della vita.


C'era un concetto diverso di bisogno, un atteggiamento ed un approccio differenti nel cercare di soddisfarlo e farvi fonte.


Con tutte le informazioni che ho raccolto su quell'epoca e quella Storia, mi sono fatto un'idea che spesso tengo stretta nei momenti in cui mi prende un po' di sconforto per il difficile momento economico attuale. E cioè, accostando le due epoche ed estendendo un pochetto il concetto di “crisi” , mi dico
 
“meglio questa crisi che quella”.
 
Lo penso seriamente ma non posso essere io la fonte più autorevole per affermarlo perché per mia fortuna quel tempo riesco solo ad immaginarlo attraverso i racconti dei miei nonni e delle persone che ho incontrato. Lo posso solo immaginare e , facendolo, mi sembra un racconto fantastico, quasi una leggenda, praticamente incredibile. Per me è sempre stato così, fin da quando da bambino ascoltavo il racconto di mio nonno riguardo al suo miracoloso scampare alla morte dopo essere stato catturato e ferito, quando era un giovane partigiano di vent'anni.


Per questo ho imparato a girare la mia riflessione sotto forma di domanda ai miei interlocutori. E la risposta, devo dire, è sempre la stessa:

“ Si! Meglio questa”.

Solitamente, pongo la domanda mentre i miei ospiti si stanno allontanando dallo stand, forse perché mi piace salutarci con un po' di ottimismo per il presente ed il futuro.

E quindi posso essere certo che questi tempi, nonostante le enormi problematiche sociali ed economiche che il nostro Paese sta affrontando, debbano essere attraversati con la consapevolezza che ce ne sono stati di più difficili e non lontani, che sono stati, a duro prezzo e con grandi sacrifici, superati.
E anche noi, protagonisti di questa fase di crisi, una crisi diversa generata da eccessi e non da carenze e mancanze, possiamo e dobbiamo farcela.


Proprio con questa consapevolezza, ora che ho appena terminato una lunga telefonata col commercialista per scoprire che cosa fosse quella cartella esattoriale recapitata in mattinata dall'odiato postino al Forno in Canoarà, ora che mia nonna si alza per accendere la luce benchè il tramonto regali ancora qualche bel raggio di sole, io, con un po' di mea culpa per la mia scarsa attitudine al lavoro di ufficio ed un po' di sana rabbia civica verso un sistema massacrante e distruttivo di tanta energia imprenditoriale, concludo la mia riflessione certo che supererò anche questi insoluti contributi inps.


sabato 22 febbraio 2014

I MAESTRI


Sono consapevole che questo riconoscimento spetta a persone che nella vita hanno dimostrato e dimostrano, con il loro esempio, cosa significa impegnarsi, avere passione, credere, sempre con grande umiltà e generosità, ma mi sia consentita un'eccezione per questi due giovani rampanti che insieme stanno collaborando alla divulgazione della Marocca di Casola e della cultura del mangiar bene.

Uno sono io, giovane ancora per un po'... e l'altro, giovane davvero con i suoi 25 anni, è il mio grande amico Davide Mazza, apprezzato chef che, nel bel ristorante che ha rilevato circa un anno fa nella caratteristica cittadina ligure di Sarzana (Sp), allieta le ore dei pasti dei suoi ospiti con piatti legati alla locale tradizione del vicino mare e non solo.

Davide è un elemento chiave per il futuro della Marocca di Casola: è uno dei più giovani chef italiani che ha scelto di sposare il progetto di sviluppo economico-territoriale e di diffusione della tradizione contadina lunigianese legato a questo speciale pane di castagne, proponendolo negli antipasti dei suoi menù, contribuendo così a farlo conoscere ad un pubblico sempre più vasto.

La Marocca è il primo dei sapori eccezionali che si possono apprezzare nel ristorante di Davide: tra le sue specialità, una ricetta della tradizione ligure che in pochi sanno cucinare: la “bagnaverde”, un antico piatto a base di muscoli, vongole e prezzemolo, tritati e lasciati a cuocere a lungo.




Vado spesso a pranzo da Davide, il sabato dopo il Mercato della terra di Sarzana e, da buoni giovani carichi di energia, ci scambiamo sempre idee e suggerimenti, senza dilungarci troppo sulla difficile situazione attuale, che anche noi, come tutti gli italiani, ci troviamo a dover sopportare.

Solitamente concludo il mio pranzo con un super “tiramisù espresso”, preparato al momento, che accompagna le nostre chiacchierate.




E poi ci salutiamo, consapevoli che in un presente tanto complicato, il futuro siamo noi...

Diciamo dunque che siamo i maestri del futuro, fieri e raggianti come mostra la foto.




A tutti i fans della Marocca consiglio di fare visita a Davide e conoscere la sua cucina.


Il locale si trova a Sarzana, in via xx settembre, 31

ed è possibile prenotare telefonando al numero 0187629800


Dicendo che “vi manda Fabio della Marocca” avrete diritto ad un po' di sconto...

Il nome del ristorante?


Ma, I MAESTRI, ovviamente...



martedì 14 gennaio 2014

ABBATTUTA!!!



Non per la difficile situazione dei castagni aggrediti dal cinipide...

Non per l'abbandono diffuso, che da molti anni ormai interessa la sua terra, che ha sfamato per secoli...

E' abbattuta, sì, ma per contrastare proprio questi tristi avvenimenti.

Abbattuta a 3 gradi di temperatura e confezionata in atmosfera modificata.

Quasi pronta per aggredire, lei, il mercato nazionale...

e diffondersi in lungo e il largo per lo Stivale...




Il primo piano stretto serve a non spaventare i suoi fans: 
non abbiamo ancora ultimato la confezione ufficiale...


martedì 26 novembre 2013

Come immortalare una grande giornata


 
La giornata di domenica 24 Novembre, che ha visto me e la Marocca partecipare all'evento “Cibo, libertà e Umanità” che si è tenuto presso l'azienda vitivinicola Petra” di Suvereto (Livorno) è stata una di quelle giornate che ricaricano a mille le batterie: ascoltare Carlo Petrini parlare equivale ad un autentico pieno di energia. Lui è senza ombra di dubbio la persona che incarna la mia idea di leader, con un carisma travolgente e una modalità comunicativa tanto semplice quanto efficace. Sono felice di averlo potuto incontrare di nuovo (la prima volta fu qualche anno fa durante un suo passaggio in Lunigiana) ed ora attendo con trepidazione le fotografie che il fotografo dell'organizzazione ci ha scattato insieme. Ho avuto il piacere di raccontargli del mio lavoro e dei progressi che sto facendo con la Marocca e lui mi ha lasciato una bella dedica sul suo nuovo libro “Cibo e Libertà”, che comincerò a leggere nei prossimi giorni.

E' giunta poi l'ora del pranzo, che è stato squisito: preparato dai cuochi di locali di grande qualità, tra cui l'Osteria Enoteca Bacco e la Volpe, dei miei amici Emanuele e Silvia, di Rosignano, che non vedevo da tempo e con i quali sono rimasto d'accordo di fare presto una serata presso il loro locale, presentando la Marocca al pubblico livornese (Silvia mi ha comprato facilmente, con uno dei suoi menù...).

In quelle ore al tavolino ho potuto conoscere giornalisti e membri della stampa che potranno aiutarmi a far conoscere sempre più il mio lavoro e i miei progetti; persone che non sapevano nulla di Fabio e della Marocca e alle quali ho potuto quindi raccontare una bella storia; e Francesca Moretti, amministratrice dell'azienda Petra (oltreché all'az. Bellavista, in Franciacorta), donna di grandissima sensibilità e passione per l'agricoltura, qualità che l'hanno portata a conseguire risultati che si sono tradotti nell'ottimo vino rosso che ha deliziato i commensali.


Infine, un'emozione molto forte è stata la visita della mostra fotografica “Razza Umana” del grande Oliviero Toscani, che ha immortalato volti e prodotti dei presidi Slow Food delle parti più lontane del mondo, oltre a quelli toscani tra cui la Marocca.

Devo dire che vedere quella bellissima fotografia mi ha riempito di orgoglio, che voglio girare a tutto il mio territorio di Casola.

Ricordo, quando qualche settimana fa ho spedito la Marocca allo studio del grande Oliviero e mi chiedevo come avrebbe interpretato e presentato quel pane così antico e così ricco di storia.

Di fronte alla sua foto la mia gioia è esplosa come quella di un bambino:
ero incontenibile!

Non so precisamente cosa mi sia successo ma ho provato una gran felicità. Forse perché quella foto, con quella firma così importante, è stata come una pacca sulla spalla:
un segnale di essere sulla strada giusta! Mi sentivo in festa...

Avrei voluto abbracciare Oliviero per il suo bellissimo lavoro che, anche se lui non lo sa, per me è stato un vero regalo. Ma l'ho intercettato solo successivamente, riuscendo a fare una foto insieme.

Inebriato al cospetto di quell'immagine maestosa non ho potuto non rendermi partecipe di tale opera e così mi sono immortalato con la foto della Marocca aggiungendo il mio personalissimo tocco artistico...



Questo è il frutto della mia estasi di quei minuti...
 
 

 
 

 
l'espressività evidenzia tutta la mia gioia.


Poi sono rientrato nella mia veste di giovane produttore eroico che mi ha attribuito Carlin, e ad un atteggiamento più professionale...

 
Una giornata memorabile che non scorderò mai.
 
 
 


Qui sono con il grande Oliviero Toscani che tiene in mano la Marocca di Casola


 
in posa convenzionale...
 
 
 e questa è la foto che mi ha tanto emozionato

sabato 23 novembre 2013

doppio appuntamento per la Marocca


Questo fine settimana la Marocca si sdoppia per partecipare a due eventi imperdibili:


La fattoria in Città, che si svolge ogni anno nella città di La Spezia e coinvolge l'intera città in piazza, dove si possono degustare ed acquistare i prodotti tipici delle tre province limitrofe di Massa-Carrara, La Spezia e Parma (in un cosiddetto triangolo del gusto);
 
e

"Cibo, Libertà e Umanità", che si svolgerà invece a Livorno, presso l'azienda “Petra di Suvereto” dove Carlo Petrini, il patron di Slow Food e il grande Oliviero Toscani, fotografo di fama internazionale, si incontrano e presentano, rispettivamente, il nuovo libro Cibo e libertà e la mostra Razza Umana, un percorso fotografico che illustra volti e prodotti dei Presìdi Slow Food che provengono dai luoghi più lontani del mondo, oltre a quelli toscani tra cui la Marocca di Casola.


Che domenica!!!